Le tracce del passato

Di origine etrusca, Lucignano assume un rilievo strategico nel Medioevo nel contesto delle lotte fra Siena e Firenze, fino alla battaglia di Scannagallo e la seguente supremazia fiorentina su tutta la Toscana.

Ogni periodo ha lasciato importanti tracce, ma l’influenza senese è quella che ha caratterizzato maggiormente l’attuale patrimonio artistico e architettonico.

Etruschi e romani

Come molti centri della Toscana, anche Lucignano può vantare origini etrusche, infatti numerosi sono i ritrovamenti che nel corso del tempo si sono ripetuti sia negli immediati dintorni del paese che nelle campagne circostanti.
In particolare, l'archeologo Francesco Gamurrini nel corso dell'Ottocento individuò due necropoli: quella del Poggio dei Morti, in località Casalta, le cui camere ipogee hanno restituito varie urne in travertino e in pietra fetida, gioielli in oro e argento, vasi attici ed etruschi a figure rosse conservati al Museo Archeologico di Arezzo e una statua cineraria ora al British Museum, e la necropoli di Moscino, della quale vennero esplorati due ipogei in cui furono rinvenuti buccheri, vasi corinzi, urne cinerarie e altri materiali che collocano tale necropoli tra il VII e il VI secolo a.C. e sono oggi conservati al Museo Archeologico di Siena.

Il periodo romano, piuttosto avaro di testimonianze materiali, ha lasciato traccia nella toponomastica e nella Letteratura. Il nome di Lucignano sembra infatti derivare dalla famiglia romana dei Licini, che ebbe vasti possedimenti agrari nella zona.
La tradizione ricorda inoltre una torre triangolare detta Torre Sillana, eretta nel luogo dove oggi si trova la Collegiata, fatta costruire da Silla durante le lotte contro Mario. Risalirebbe a questo periodo anche una lapide in pietra serena, distrutta secondo alcune fonti storiche nel XVII secolo, che ricordava Silla e la fortificazione da lui voluta. Di Lucignano infine parlano Plinio (Historia naturalis, XV) e Strabone (Geographia, V) che esaltano le qualità dell’olio delle nostre colline.



chiesa della collegiata

Lucignano


lucignano

lucignano

Medioevo ed età moderna

Lucignano assume nel Medioevo un ruolo di rilievo per la sua posizione strategica al confine fra i territori dei diversi poteri nascenti.
Entrato nell’orbita della città di Siena alla fine del 1200, nel corso del XIV secolo passò più volte di mano in mano tra le città dominanti: Arezzo, Siena, Firenze e la più lontana Perugia, ognuna delle quali contribuì in maniera diversa allo sviluppo della Lucignano odierna. Di Perugia, ad esempio, rimane ancor oggi il grifo alato nello stemma della Comunità; Siena realizzò il circuito murario esterno, così come il Cassero, completato nel 1374 dall’architetto Bartolo di Bartolo; Firenze eresse la Fortezza fuori le mura.

Se il XV secolo fu un periodo di prosperità, contrassegnato dal dominio senese, alla metà del Cinquecento la quiete venne turbata dal disegno egemonico di Cosimo de’ Medici il quale intraprese una serie di azioni militari nei territori della Repubblica di Siena. Lucignano passò così da mano senese a mano fiorentina più volte, fino alla decisiva battaglia di Scannagallo. L'esercito fiorentino guidato da Gian Giacomo de’ Medici, Marchese di Marignano, si trovò ad affrontare Piero Strozzi con l'esercito franco-senese lungo il Rio di Scannagallo, tra Foiano e Pozzo della Chiana. All’alba del 2 agosto 1554 le truppe del Marignano, grazie forse al tradimento di un alfiere francese, attaccarono battaglia e, dopo molte ore di combattimento, ebbero il sopravvento su quelle franco-senesi.
La riunificazione in un unico stato di quasi tutta la Toscana, fu una delle cause che determinarono la decadenza di quei luoghi che, come Lucignano, avevano costituito per secoli una roccaforte a guardia di una difficile frontiera. Il piccolo borgo perse gran parte della sua importanza, almeno dal punto di vista militare, e divenne un quieto paese agricolo.

L'arrivo di Napoleone e la conseguente annessione all'impero francese sconvolse per breve tempo la vita del paese (1808-1814), lasciando tuttavia tracce indelebili come la soppressione del convento di San Francesco.

Personaggi notevoli

Lucignano ha dato i natali a numerosi personaggi che si sono distinti nelle Lettere, nella Musica, nelle Scienze e nelle Arti. Tra i tanti vale la pena di ricordarne tre che più di altri sono presenti nella memoria e nei ricordi della gente: cominciando dal più lontano nel tempo Francesco Dini, passando a Giovanni Rosini per finire con Giuseppe Rigutini.

Francesco Dini, nato il 29 aprile 1661, fu avvocato e magistrato, ma si fece conoscere soprattutto per un’interessante opera sulle antichità etrusche, uno dei primi trattati storici sulla Valdichiana.
Altro personaggio molto caro ai lucignanesi, che fin dall’Ottocento gli dedicarono una delle strade principali del paese, il teatro e persino la banda comunale è Giovanni Rosini (1776-1885). Scrittore prolifico, è ricordato soprattutto per un romanzo storico con cui entrò in conflitto con il Manzoni e che all’epoca gli dette una grande fama. Fu, senza alcun dubbio, uno degli animatori della vita culturale della Toscana del suo tempo, amico di scienziati, scrittori e poeti, tra i quali Giacomo Leopardi.
Infine, Giuseppe Rigutini, insigne lessicografo, nacque a Lucignano il 31 agosto 1829 e morì a Firenze il 23 maggio 1903. Dal 1866 fu Accademico della Crusca con l’incarico speciale di compilatore del vocabolario nazionale. Enorme fu la sua produzione di antologie per le scuole di ogni ordine e grado nonché l’edizione dei classici più importanti (Plauto, Cicerone, Svetonio, Fedro, Catullo) tradotti dal latino.





lucignano

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